“Campania, virtual museum tour” è il nome del nuovo progetto di valorizzazione territoriale realizzato dall’Associazione Terre di Campania per la valorizzazione del patrimonio museale della nostra regione. Cinque video per cinque musei selezionati nelle provincie campane per raccontare la storia e i segreti di questi preziosi luoghi della cultura e dei territori che li ospitano.
Fondato e allestito dal Centro di Cultura “Acerra Nostra” nel 1992, il Museo si presenta con un’impostazione molto innovativa, perché l’obiettivo dell’allestimento è ricostruire non solo i materiali, ma soprattutto l’anima della cultura contadina di Terra di Lavoro dove ebbe origine la maschera di Pulcinella.
Il Museo Archeologico di Carife, accoglie ed espone reperti archeologici rinvenuti nel corso degli anni, a partire dalle ricerche di Werner Johannowsky degli anni ’80, nel territorio comunale di Carife e del comune limitrofo di Castelbaronia.
Il Museo è dedicato alla storia e all’archeologia della Valle Caudina. Inaugurato nel 2007, occupa il primo piano dell’ala Nord del Castello. Nella sala I sono esposti i reperti rinvenuti in varie località del Sannio Caudino. Tali reperti ricostruiscono il locale paesaggio in età preistorica.
Il Museo è stato allestito nel 1993 all’interno dei due piani coperti della Torre simbolo del comune di Pietramelara. La Torre è tutto ciò che resta dell’originario castello distrutto il 12 marzo 1496 dalle truppe aragonesi. Al piano inferiore del Museo, attraverso una scala di legno, si raggiunge un soppalco dove si possono ammirare alcune fedeli riproduzioni in terracotta di monete medievali.
Il Museo Vivente della Dieta Mediterranea nasce per essere luogo di divulgazione dei principi della Dieta Mediterranea, stile di vita riconosciuto patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco nel 2010. La struttura museale comprende sei sale espositive con pannelli descrittivi e video.
Il Santuario della Madonna dell’Arco, situato a Sant’Anastasia (NA), fu costruito a cavallo tra il 1500 ed il 1600 come monito alla preghiera e alla devozione per la “Madonna dell’Arco”, denominata in tal modo poiché, in prossimità del punto dove sarebbe poi stato eretto il Santuario, vi era un’edicola votiva dipinta sotto l’arco di un acquedotto romano.